Campi a radiofrequenza e salute
Per ulteriori informazioni
Approfondire gli argomenti di questa raccolta richiede alcune cautele.
Esistono infatti sull'argomento moltissime informazioni, in quanto questo
e' un tema di moda e di sicuro impatto emotivo, ma purtroppo la qualita'
della documentazione disponibile varia moltissimo, e l'affidabilita' e'
spesso molto bassa. Ho sperimentato di persona come una intervista giornalistica,
anche se sotto forma di testo scritto, viene spesso stravolta a seconda
delle personali convinzioni del giornalista. Basta omettere alcune informazioni,
o premettere un titolo ad effetto, e il senso di una risposta viene rovesciato.
Quindi e' necessario utilizzare sempre alcuni criteri di fondo:
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non fidarsi mai di una notizia giornalistica se non se ne puo' controllare
le fonti. In particolare, occorrerebbe sempre risalire al lavoro originale
(almeno all'abstract) quando vengono presentati i risultati di una ricerca.
Spesso ricerche che neppure riguardano i campi elettromagnetici vengono
presentati come prove pro o contro ipotetici danni sulla salute.
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distinguere i lavori presentati a congressi (spesso risultati preliminari
o comunque di qualita' inferiore) da quelli pubblicati su riviste con referee
(comitato di persone che giudicano la qualita' del lavoro). Spesso ricerche
gia' smentite da lavori piu' accurati vengono ripresentate regolarmente
ai congressi, senza ulteriori elementi di validita'.
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distinguere tra effetti dovuti a campi intensi (sopra le norme attuali)
e campi deboli. Spesso lavori che mostrano effetti di campi intensissimi
sono usati per sostenere la pericolosita' dei campi comunque.
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se un articolo mescola senza criterio effetti dei campi a radiofrequenza
con quelli degli elettrodotti, o peggio con rradiazioni
telluriche e geopatologie, e' sicuramente inaffidabile. Naturalmente,
i due argomenti sono legati e spesso se ne parla insieme, l'importante
e' ricordare che si tratta di cose molto diverse (vedi domanda
1.3).
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guardare sempre la totalita' dei lavori disponibili. Un singolo lavoro
puo' fornire deboli evidenze pro o contro una tesi, e allo stesso tempo
altri lavori possono mostrare risultati opposti in modo molto piu' convincente.
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non considerare normative o sentenze alla stessa stregua di lavori scientifici.
Un giudice puo' essere incompetente su un argomento, o essere sensibile
a pressioni di tipo sociale. In altre parole, il fatto che alcuni TAR possano
stabilire alcune restrizioni sull'uso delle trasmissioni radio e' un indice
della paura della gente verso di queste, non un indice della loro reale
pericolosita', che puo' essere stabilita solo con studi di tipo
scientifico. Naturalmente il caso e' diverso se le normative sono stabilite
da commissioni di esperti (vedi domanda 3).
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in particolare, il fatto che vengano intentate cause contro gestori di
telefonia o costruttori di cellulari non indica altro che la personale
convinzione di chi ha intentato la causa. Chiunque puo' intentare causa
a chi gli pare per qualsiasi motivo.
Informazioni in rete
L'informazione disponibile in rete e' vastissima.
E' consigliabile partire da una pagina di link, che contiene a sua volta
un elenco ragionato di collegamenti. ad altri documenti in rete. Personalmente
ne curo una, che riguarda gli effetti
sulla salute di campi elettromagnetici sia a bassa frequenza (elettrodotti)
che a radiofreqauenza. Una pagina simile e' curata dall' IROE, un
istituto del CNR in cui un gruppo di ricerca si occupa professionalmente
di queste tematiche.
Un documento di carattere divulgativo ma abbastanza approfondito, purtroppo
in lingua inglese, e' curato dal dr. Moulder, che ha scritto diversi articoli
scientifici di ottimo livello sul tema. Si tratta sicuramente del miglior
documento di questo tipo disponibile in rete.
La documentazione allegata alla normativa ICNIRP spiega in dettaglio
i criteri e le motivazioni che stanno dietro ai limiti suggeriti da questo
istituto. Sono una lettura sintetica ma passano in rassegna tutto quanto
si sa sull'argomento. Sono in inglese, e non sono a livello divulgativo,
anche se sono in genere comprensibili a persone con una buona cultura scientifica.
Un lavoro molto completo, anche se sicuramente impegnativo, e' la rassegna
curata dalla Royal Society canadese. Il testo dello studio, che passa in
rassegna praticamente tutta la letteratura scientifica disponibile al 1999,
e' disponibile sia in formato pdf, che (a costo do pochi dollari) sotto
forma cartacea.
Libri e materiale cartaceo
Un libro divulgativo sull'argomento, fatto molto bene, e' "Onde elettromagnetiche:
innocue o pericolose?" di Margherita Fronte, ed. Avverbi.
Una rassegna molto completa della leteratura esistente e' quella gia'
citata a cura della Royal Society canadese. Puo' essere richiesta a:
dietro un modesto rimborso spese (circa 25.000 lire).
Questa pagina e' curata da Gianni
Comoretto. Sono un fisico, e lavoro all'Osservatorio
Astrofisico di Arcetri, dove mi occupo della costruzione di ricevitori
per radioastronomia. Ho quindi una buona competenza sulgli aspetti generali
dell'elettromagnetismo e sugli aspetti tecnici delle tecnologie radio,
anche se non ho competenze specifiche sugli aspetti sanitari dei campi
elettromagnetici. Ho comunque studiato epidemiologia medica, e collaborato
all'elaborazione statistica di ricerche mediche, il che mi consente di
comprendere studi di questo tipo.
Queste pagine sono state compilate utilizzando il molto materiale che
e' disponibile sull'argomento, integrato dall'esperienza di chi se ne occupa
professionalmente presso l'IROE-CNR a Firenze. Per la parte che riguarda
gli accessori "assorbionde" ho eseguito personalmente prove della
loro (in)efficacia in camera anecoica.
Questa pagina e' stata compilata e viene aggiornate nel mio tempo libero,
fuori dall'orario di lavoro, come servizio alla comunita'. Come radioastronomo
non ho nessuna simpatia per le emissioni a radiofrequenza, che interferiscono
con le osservazioni delle ben piu' deboli sorgenti radioastronomiche. Non
possiedo un cellulare e non ho nessun interesse a vederne la diffusione.
Quanto contenuto in queste pagine riflette le convinzioni che mi sono
fatto studiando l'argomento e non ho mai avuto pressioni di nessun tipo
per favorire alcune conclusioni rispetto ad altre.
7: Alcune false informazioni molto diffuse
Ovviamente in questo campo e' possibile fare affermazioni discutibili,
legate a diverse interpretazioni di dati discordanti o ad aspetti poco chiari,
e sicuramente molte persone non si troveranno d'accordo anche con alcune
conclusioni di questo documento. Spesso pero' si trovano, anche in documenti
curati da associazioni serie, affermazioni che non corrispondono a fatti
reali. In questa sezione ne riporto alcune. Gli argomenti sono trattati
piu' in dettaglio altrove in queste pagine, e quindi ogni commento rimanda
alle domande appropriate.
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I campi elettomagnetici sono stati classificati dall'Organizzazione
Mondiale per la Sanita' come quarta priorita' sanitaria mondiale. (in
alcune versioni cambia il posto in classifica, sempre tra i primi 10).
In realta' la posizione dell'OMS sull'argomento
e' di cauto ottimismo, anche se sono necessari ulteriori studi.
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Le attuali normative tengono conto solo di effetti a breve termine o
di effetti termici. Le attuali normative
tengono conto di effetti a breve e lungo termine,
termici e non, purche' questi effetti siano
accertati. Non tengono conto di effetti solamente ipotizzati, o per cui
le evidenze di danni sulla salute siano molto deboli. Vedi la domanda
3.5
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Le normative italiane sono incomplete rispetto a quanto stabilito da
raccomandazioni della Comunita' Europea (o altri organismi internazionali).
Le normative italiane sulla protezione al
pubblico da campi a radiofrequenza e' tra le piu' restrittive a livello
mondiale. I livelli di esposizione ammessi sono circa 30 volte inferiori
a quanto raccomandato dall'ICNIRP, e da 10 a 100 volte inferiori a quanto
suggerito da altre agenzie protezionistiche.
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La radiazione non ionizzante e' piu' pericolosa di quella ionizzante.
E' sicuramente vero il contrario. Per quanto gli studi attuali siano incompleti,
e per quanto alcuni studi mostrino deboli evidenze di rischi, questi rischi
sono comunque migliaia di volte minori di quelli legati alla radiazione
ionizzante. Fortunatamente questa affermazione e' abbastanza rara.
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Esiste un documento dell'NHA (agenzia protezionistica americana) che
definisce insufficienti gli standard attuali, e raccomanda standard molto
piu' stringenti. Il documento e' un noto falso giornalistico, ripreso
tra l'alto all'epoca dal giornale New Scientist. La NHA ha ripetutamente
smentito il documento, ed e' su posizioni molto differenti.
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E' accertata un'associazione tra esposizioni ai campi elettromagnetici
e tumore X. Per quanto non sia possibile escludere queste associazioni,
ad oggi non e' accertato nessun effetto dannoso dei campi elettromagnetici
ai livelli ammessi dalle normative. Naturalmente esistono differenze
di opinione nel come considerare i risultati delle ricerche disponibili
ad oggi. Per dettagli, vedi le domande 2.1-2.9.
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I campi dei ripetitori da telefonini sono diversi (e piu' pericolosi)
di quelli dei ripetitori TV. I due tipi
di campi sono sostanzialmente uguali, e spesso i livelli di esposizione
dovuti ai ripetitori per telefonia sono molto inferiori a quelli dei ripetitori
TV. La maggior parte degli "sfondamenti" dei livelli protezionisti del
recente DDL sono dovuti a ripetitori televisivi.
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I campi elettromagnetici artificiali modificano i campi elettromagnetici
naturali rendendoli nocivi. Affermazioni di questo tipo vestono di
un linguaggio apparentemente scientifico teorie strampalate I campi
naturali ipotizzati da queste teorie non sono misurabili o rilevabili
in nessun modo (cioe' per quel che sappiamo non esistono), e quindi anche
le eventuali modificazioni che verrebbero causate dalle emissioni dei telefonini
non sono mai state effettivamente osservate.