Campi a radiofrequenza e salute
3: Normative
3.1: Chi studia gli effetti dei campi elettromagnetici
e suggerisce le norme di sicurezza?
Gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici sono studiati in un
gran numero di istituti di ricerca e laboratori in tutto il mondo. Essendo
le onde elettromagnetiche utilizzate da oltre 80 anni, questi studi sono
numerosissimi. I campi elettromagnetici sono probabilmente una delle cose
di cui conosciamo meglio i potenziali rischi.
Diversi enti, a livello nazionale ed internazionale, passano in rassegna
i lavori scientifici pubblicati, suggeriscono indagini riguardo ai punti
ancora controversi o poco chiari, stabiliscono priorita' di ricerca, in
qualche caso finanziano ricerche specifiche, e infine suggeriscono le norme
di sicurezza da adottare per proteggere i lavoratori e la popolazione.
Tra i piu' importanti ed autorevoli di questi enti ricordiamo l'ICNIRP
(International Commission on Non Ionizing Radiation Protection, comitato
internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti), il massimo
ente internazionale che si occupa di queste problematiche, in collaborazione
con l'Organizzazione Mondiale per la Sanita'.
Nella Comunita' Europea, queste problematiche sono trattate dal CENELEC.
Negli Stati Uniti, gli aspetti piu' tecnici sono affrontati dall'ANSI,
mentre il FCC e' l'ente governativo che stabilisce le norme di sicurezza.
Tutti questi enti hanno in comune una grossa autorevolezza, che deriva
sia dalla competenza delle persone che studiano le problematiche, che dall'essere
indipendenti da gruppi commerciali o con interessi di parte. Inoltre le
norme proposta e le conclusioni generali a cui questi enti sono arrivati
sono molto simili, il che e' un'ulteriore garanzia.
3.2: Con che criteri vengono stabiliti i limiti di sicurezza?
Le norme proposte dagli enti nazionali ed internazionali proposti si basano
su criteri simili:
-
Innanzitutto si considera, sulla base di tutta la letteratura pubblicata
con criteri di affidabilita' (riviste con referee), tutti gli effetti noti
dei campi elettromagnetici (vedi la sezione 2 di
questa FAQ).
-
Si stabilisce quindi una soglia sotto la quale non sono presenti effetti
biologici ripetibili rilevanti per la salute umana.
-
Si calcola, in base a modelli di assorbimento, a quali esposizioni (Watt/mq)
corrisponda questa soglia.
-
Si applica un fattore di sicurezza e si stabilisce quindi il livello massimo
di esposizione ammissibile per i lavoratori (di solito un decimo della
soglia a cui cominciano ad essere presenti effetti).
-
Per la popolazione generale, o per esposizioni continuative, si applica
un ulteriore fattore di sicurezza (di solito un quinto o un decimo del
limite per lavoratori). In questo modo, i limiti per la popolazione generale
corrispondono a circa un centesimo dei livelli di potenza necessari ad
avere effetti biologici significativi per la salute.
Nello stabilire norme, occorre inoltre tener presente alcune considerazioni
generali. Innanzitutto, nessuno studio scientifico puo' dimostrare che
qualcosa sia innocuo. E' possibile trovare un effetto solo se questo esiste,
se le onde elettromagnetiche non hanno effetti (a livelli bassi di potenza),
per definizione questi effetti non li posso trovare. In questo caso, si
valuta l'insieme degli studi epidemiologici, di laboratorio, e considerazioni
teoriche per stabilire la plausibilita' di un danno.
Ogni misura di sicurezza ha poi costi, sia economici che ambientali
e sanitari. Utilizzare risorse (economiche, ma anche ambientali) per misure
di sicurezza non giustificate significa togliere queste risorse a usi piu'
utili per la collettivita' ed introdurre rischi ambientali inutili.
3.3: Che pensa l'Organizzazione Mondiale della Sanita'
sul rischio dei campi elettromagnetici?
Esiste un falso documento in cui si dice che l'OMS ha classificato i campi
elettromagnetici come una della prime dieci emergenze sanitarie mondiali.
Date le molte emergenze sanitarie mondiali, la cosa e' palesemente assurda,
ma ha trovato eco anche in dossier curati da associazioni ambientalistiche
serie, come il WWF.
In realta' l'OMS ha promosso, in collaborazione con l'ICNIRP, uno studio
quinquennale sugli effetti per la salute di campi elettromagnetici a bassissima
frequenza e a radiofrequenza, che dovrebbe concludersi nel 2002. E' disponibile
in rete un sito in cui vengono presentati i risultati di questo progetto,
e le conclusioni provvisorie gia' disponibili mostrano che la posizione
dell'OMS e' simile a quella esposta in questo documento:
-
Se le norme attuali sono rispettate, non sono probabili rischi sulla salute.
-
L'esposizione dovuta ai ripetitori per telefonia e' molto ridotta, inferiore
in genere a quella dovuta ai ripetitori televisivi.
-
Una considerazione particolare meritano i telefonini stessi, per la loro
grande diffusione e, anche se gli studi attuali sono sufficienti a stabilire
che non esistono grossi rischi, sono necessari ulteriori studi mirati per
eliminare le incertezze residue sull'argomento.
-
Una attenzione particolare meritano gli aspetti psicologici della percezione
del rischio, che sono potenzialmente in grado di provocare danni piu' gravi
dei campi stessi.
3.4: Quali sono le norme adottate in Italia e all'estero?
Le normative adottate in diversi paesi sono differenti, anche se i criteri
adottati sono simili. Questo perche' le singole commissioni possono usare
modelli differenti per calcolare i campi necessari per causare un determinato
SAR, o utilizzare fattori di sicurezza leggermente diversi. Non esistono
invece differenze significative nel valutare gli studi.
L'ente piu' autorevole nello stabilire limiti di sicurezza e' l'ICNIRP.
Alle frequenze dei telefoni cellulari (900 MHz) il limite proposto e' di
4.5 W/mq (40 V/m). A 1800 MHz (telefoni dual-band) il limite sale a 9 W/mq
(58V/m). La normativa proposta dall'ICNIRP e' molto articolata, e
tiene conto del differente assorbimento del corpo umano a frequenze differenti,
effetti di trasmissioni impulsate (come quella dei radar), ed emissioni
localizzate (come quelle dei telefonini). Per questi ultimi, suggerisce
un limite di SAR di 2 W/kg, mediato su un minuto su 10 g di tessuto. Alcuni
telefonini, in particolare i vecchi telefoni analogici TACS, possono superare
questo limite.
Per quanto riguarda le emissioni di radar, occorre tener presente che
la potenza viene emessa in brevi ed intensi picchi. I limiti ICNIRP stabiliscono
che, anche se la potenza media risulta entro i limiti, quella di picco
non puo' superare le 1000 volte il limite medio.
E' disponibile in rete il testo completo della normativa, con le motivazioni
scientifiche che ne stanno alla base.
Il CENELEC ha recentemente pubblicato un documento in cui afferma che
il parere dell'ICNIRP fornisce la base appropriata per lo sviluppo
di limiti di esposizione. Di conseguenza la Comunita' Europea ha adottato
i limiti ICNIRP .
I limiti adottati in altre nazioni sono in genere comparabili o superiori
a quelli indicati. Negli USA, l'ANSI stabilisce limiti di esposizione per
il pubblico di 100 W/mq. Una importante eccezione e' costituita dai paesi
sovietici, dove i limiti sono molto piu' restrittivi, pari a 0.04W/mq (0.02
V/m).
Il governo italiano ha recentemente pubblicato un decreto in cui stabilisce
limiti specifici per l'esposizione della popolazione a campi a radiofrequenza.
I limiti adottati sono, alle frequenze dei telefonini, di 1 W/mq (quindi
gia' circa 5 volte meno dei limiti ICNIRP), che scendono a 0.1 W/mq (1/50
dei limiti ICNIRP) per i luoghi dive la gente vive piu' di quattro
ore al giorno.
3.5: Le norme attuali tengono conto degli effetti dei
campi a lungo termine?
Le norme attuali tengono conto di tutti gli effetti documentati. In particolare,
effetti a lungo termine a carico del cristallino e dei testicoli.
Esistono singoli studi, soprattutto di studiosi dell'ex blocco sovietico
che mostrano possibili effetti di campi a potenze bassissime, ma esistono
grossi problemi nell'includere questi lavori in una normativa:
-
I tentativi di riprodurre questi studi in laboratori occidentali sono sempre
falliti. Alcuni di questi lavori mostrano effetti a livelli di potenza
talmente deboli da essere impossibili da replicare, in quanto molto al
di sotto del fondo di radioonde naturale.
-
Gli effetti si manifestano solo a frequenze molto particolari, e/o con
schemi di modulazione altrettanto particolari. E' estremamente improbabile
che una trasmissione radio generi un segnale con queste caratteristiche.
-
Gli effetti riportati mostrano al piu' che i modelli di laboratorio usati
sono sensibili alle onde elettromagnetiche, ma non che queste sono pericolosi
o influenti per la salute.
-
Gli studi epidemiologici che mostrano effetti a lungo termine hanno qualita'
insufficiente a stabilire se i rischi siano reali, o artefatti del cattivo
disegno dello studio.
Per questi motivi, si ritiene che non esistano prove sufficienti a ritenere
che esistano effetti a lungo termine al di la' di quelli indicati.
Ad esempio il Comitato Scientifico Direttivo della Commissione Europea,
nel documento citato, ha adottato la conclusione:
Per quanto riguarda l'esposizione non termica a campi elettromagnetici,
la letteratura a disposizione non fornisce prove sufficienti per concludere
che si manifestino effetti a lungo termine come conseguenza di tale esposizione.
Pertanto, al momento attuale, non si possono formulare raccomandazioni
su base scientifica per i limiti di esposizione riguardanti effetti non
termici a lungo termine.
E' possibile che le indagini del progetto mirato dell'OMS, o le ricerche
del 5^ Programma Quadro della CE, possano fornire ulteriori elementi di
valutazione. Se tuttavia queste ricerche non trovassero effetti significativi
per la salute,
3.6: Non sarebbe piu' prudente considerare ogni esposizione
ai campi elettromagnetici come pericolosa, o vietare la presenza dei ripetitori
nei centri abitati?
In particolare vietare la presenza di ripetitori nei centri abitati
avrebbe la conseguenza di favorire la presenza di grossi impianti subito
fuori i centri abitati, come succede ad es. per i ripetitori radiotelevisivi.
L'esperienza con questi ultimi ci mostra che questo comporta mediamente
una MAGGIORE esposizione ai campi, anche se
Ritorna
all'indice
Sezione
2: Effetti sulla salute dei campi
Sezione
4: Ripetitori