Assieme, Associazione volontariato di utilità sociale
Via G. Puccini 70, 50041 Calenzano (FI)
Aderenti al Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS)
ed in collaborazione con i gruppi e le associazioni di volontariato del territorio
29° VIAGGIO A KNIN
Bagno a Ripoli: 49° viaggio in ex-Jugoslavia
ASSIEME: 37° viaggio in ex-Jugoslavia
Partecipanti: Alessandra Gentilini, Alessandra Pichi, Alessandro Conti, Alessandro Armiento, Alessio Milli, Andrea Borselli, Don Andrea Faberi, Arianna Subri, Barbara Mercuri, Carmen Di Prato, Elena Pacini, Elisabetta Guidotti, Eva Mazzetti, Gianna Galgani, Giovanni Chessa, Leandro Di Bene, Leonardo Masi, Luca Petrarchi, Ludovico Arte, Nancy Bailey, Riccardo Dugini, Sabrina Maggi, Sara Mannozzi, Silvia Mercuri, Simone Buralli, Simone Milli, Tommaso Pratovecchi, Tommaso Marchini, Valentina Nardi, Vilmo Checcaglini, Fadila Zoranic
Croazia/campo estivo anno terzo. Anche questanno circa una trentina di volontari hanno deciso di partecipare alle attività estive. Parte di noi andrà sull'isola di olta con i ragazzini degli orfanotrofi di Spalato (Maestral e Kastela), gli altri andranno come sempre a Knin.
Venerdì 31 Luglio (della serie partenze intelligenti!!) ci troviamo a Quarto per iniziare il viaggio. Un altro gruppo partirà sabato 1 agosto in treno. La carovana è composta dai furgoni di Don Andrea, il furgone di Nancy e da "Renato", il furgone di Assieme. Partiamo abbastanza tardi e decidiamo di evitare il traffico autostradale passando per Arezzo, Città di Castello e Fano. Il viaggio e la notte in nave scorrono tranquillamente; gli aiuti che trasportiamo su "Renato" verranno distribuiti nella zona di Knin e Biskupjia. Si tratta perlopiù di vestiario e scarpe; è già da un anno che non portiamo più i pacchi standard in quanto la situazione della popolazione era ed è tuttora in continua evoluzione e per questo motivo (oltre che per le crescenti difficoltà di sdoganamento) abbiamo deciso di sospendere questa forma di aiuto diretto.
Allo sbarco a Spalato i furgoni che trasportano le persone passano direttamente dal controllo di polizia mentre per "Renato" dobbiamo fare tutte la pratiche doganali. Fortunatamente il furgone non viene piombato e questo ci consente, una volta arrivati a Knin, di scaricare quanto non dichiarato alla dogana ed effettuare con tranquillità le procedure di sdoganamento che tuttavia prevedono sempre un viaggio a Sibenik.
Al porto ci aspetta Fadila come sempre; è oramai parte integrante del nostro gruppo durante i soggiorni in Croazia e anche questanno parteciperà con noi a tutte le attività svolte a Knin.
Salutiamo il gruppo che parte alla volta dell'isola con il furgone di Nancy ed iniziamo il trasferimento verso Knin. Questanno abbiamo deciso di sistemarci in due appartamenti presi in affitto; Mauro del gruppo di Torino (una presenza stabile a Knin da più di sei mesi), aiutato da B. (una profuga proveniente dalla Bosnia con la famiglia), ci ha trovato due appartamenti. In uno di questi (Casa 1) decidiamo di piazzare la cucina e sarà anche il ritrovo per i momenti che passeremo insieme. Facciamo conoscenza con il padrone di casa, che parla un po' di italiano, e con il nipote N., in vacanza dal nonno, che porteremo sempre con noi all'animazione. Qualche giorno dopo il nonno ci racconterà la sua storia: sua moglie era croata (mentre lui è serbo), dei due figli maschi uno (il padre di N.) è finito nell'esercito croato, l'altro nelle milizie serbe.
Il secondo appartamento che visitiamo in un primo tempo appare adeguato ad ospitarci ma in seguito verificheremo che è abitato anche da numerosi topi. Decidiamo quindi di optare per una sistemazione diversa. Ci viene in mente di utilizzare la casa che avevamo a suo tempo affittato per N. e che lei aveva lasciato. Il padrone di casa non è molto convinto ma comunque riusciamo a trovarci daccordo. Questo appartamento viene adibito a dormitorio e viene battezzato Casa 2. Utilizzeremo anche alcuni posti letto presso la famiglia A. che solitamente ci ospita durante i viaggi mordi e fuggi.
La situazione a Knin sembra invariata; i negozi e le merci in vendita continuano ad aumentare ma ci domandiamo dove siano i clienti dato che comunque molte persone sono ancora senza lavoro e le attività produttive della città sono ancora ferme.
Domenica arriva, stremato dal caldo e dal viaggio in torpedone, il gruppetto partito sabato.
Si iniziano ad organizzare le attività del campo, ma le cose procedono un po' a fatica a causa di alcuni problemi con i furgoni: "Renato" fa le bizze per partire, il furgone bianco fora, a quello blu si scarica la batteria. Riusciamo tuttavia ad arrangiarci e risolviamo i problemi dei furgoni. Alla fine del periodo avremo cambiato la batteria a tutti e tre i mezzi e "Renato" ha avuto bisogno di una riparazione più complessa; non male per 15 giorni di campo.
Pianifichiamo le attività giornaliere che saranno: fare legna a Biskupjia, animazione dalle 10 alle 12 all'"acquario" della Croce Rossa, animazione dalle 16.30 alle 19.00 al centro di Suncokret, la consueta visita all'ospizio e, inoltre, cerchiamo di vederci anche con i ragazzi un po più grandi che abbiamo conosciuto in occasione della pulizia dellormai famoso Centro Giovani a gennaio e durante il viaggio di Pasqua. Inoltre decidiamo di organizzare la solita festa nella piazza di Biskupjia, quella allospizio e quella con tutti i ragazzi dellanimazione e le loro famiglie.
Lunedì incontriamo J., la coordinatrice dei giovani volontari della Croce Rossa Croata nonché sorella di B., con la quale ci mettiamo d'accordo per avere a disposizione l'acquario per la nostra attività. In seguito incontriamo V., la nuova coordinatrice di Suncokret (è stata assunta da circa un mese), la quale si dimostra molto disponibile con noi, ma che scopriamo non essere minimamente al corrente su chi siamo e che tipo di attività svolgiamo a Knin. Tuttavia otteniamo le chiavi del centro dove faremo, come previsto, animazione tutti i giorni; V. è in partenza per le ferie e quindi non avremo modo di approfondire la nostra conoscenza. La cosa ci lascia un po perplessi; crediamo infatti necessario che tra Suncokret (lorganizzazione croata che gestisce il centro), le varie organizzazioni internazionali come la nostra, presenti a Knin da diverso tempo, e la stessa Croce Rossa Croata alla quale fanno capo i giovani della città, sia necessaria una collaborazione più stretta se vogliamo veder nascere un Centro che offra ai giovani veramente qualcosa.
La sera di lunedì ospitiamo a cena Mauro e i ragazzi di CerchiamoLaPace di Torino, fra loro ci sono anche Eva, Fulvio e Alessandro che già conosciamo; la seconda settimana arrivano anche dei ragazzi di Firenze. Loro hanno deciso di fare animazione a Raskovic, un posto all'aperto sulla strada che porta a Plavno ma comunque decidiamo di collaborare per le attività di animazione.
Martedì riusciamo finalmente a far partire tutte le attività, i ragazzi sono pochi, ma dopo un giorno o due saranno sempre tanti. Il centro di Suncokret è ben lontano dall'essere finito, solo una stanza è stata intonacata, il resto è ancora a mattoni. All'esterno dei volontari che ci hanno preceduto hanno costruito un'altalena ed un canestro che saranno il divertimento principale rispettivamente dei bambini più piccoli e dei ragazzi più grandi. I ragazzi grandi non sono molti, tanti sono via per l'estate, comunque con il passare dei giorni aumenta la loro presenza, tanto che abbiamo fatto diversi match Italia-Croazia a basket durante la nostra permanenza, che ci hanno visto quasi sempre perdenti a causa della scarsa tecnica e soprattutto della statura dei nostri amici!
Sempre martedì ci raggiungono Vilmo e Sabrina che si sistemano dagli A..
All'ospizio la situazione è la solita, comunque notiamo che come sempre già dalla seconda nostra visita gli odori diminuiscono e si nota un po più di pulizia (poca per la verità). Durante la settimana facciamo una piccola festa distribuendo da mangiare, inoltre ci improvvisiamo barbieri e tagliamo barbe e capelli a molte persone. Come sempre ci accorgiamo che la nostra presenza serve a dare un po di conforto agli anziani ospiti che altrimenti difficilmente sono visitati da qualcuno.
A Biskupija andiamo a fare legna nella strada del centro sociale, in quella precedente (dove abitano M. e Z.) e, nell'ultima settimana di campo, nella strada della chiesa cattolica.
La situazione sembra essersi stabilizzata, abbiamo trovato solo un caso di una signora che era tornata da poco. Quest'anno solo una volta abbiamo dovuto abbattere un albero, per il resto abbiamo sempre tagliato legna che era già nelle case della gente. La situazione più critica sembra essere quella dei croati di Bosnia, i quali si sono stabiliti nelle case della gente che è scappata durante Oluja (Operazione Tempesta) e che, in caso di ritorno devono lasciare le abitazioni ai loro proprietari. In settimana facciamo anche la distribuzione di vestiario e di scarpe.
Il 5 di agosto in Croazia è festa nazionale, si festeggia l'operazione Oluja, che nel 1995 ha portato lesercito croato alla riconquista di Knin. La piazza della stazione è addobbata a festa, è stato costruito un grande palco per le celebrazioni. Verrà inoltre inaugurata una statua che quando siamo arrivati era coperta dalla bandiera croata. Qualche giorno dopo l'abbiamo vista: raffigura un soldato con le braccia alzate, con una mano regge un mitra, con l'altra fa il segno di vittoria. La sera del 5 c'è stato il comizio del capo del governo croato ed un concerto, il tutto trasmesso dalla rete televisiva nazionale. Alcuni di noi sono andati a vedere come si presentava la piazza: non era affatto piena.
Durante il soggiorno andiamo a trovare le famiglie che seguiamo da qualche tempo. N. ora vive in una casa dove non ha servizi igienici e la situazione sembra precaria.
I. ha partorito una bella bambina che lei e F. hanno chiamato A. e a cui Riccardo e Alessandra faranno da padrino e madrina. F. ha comprato un'auto: una vecchia Mercedes usata di cui va molto fiero. Intanto è a casa e non lavora perché soffre di problemi allo stomaco.
Il 9 sono previste le prime partenze, Simone, Elena e Don Andrea tornano in Italia, mentre sabato sono arrivati Carmen e Giovanni.
Domenica 9 organizziamo una festa a Biskupija, davanti al centro sociale, portiamo da mangiare e da bere. La gente dei dintorni arriva numerosa, ci sono vecchie conoscenze come R., l'ex direttore della scuola elementare, le gemelle e molti altri che abbiamo conosciuto durante i viaggi precedenti tra i quali M. e suo nipote Z.. Quest'ultimo non smette di stupirci, si presenta infatti con la sua ultima "invenzione": una bicicletta di sua costruzione, decisamente "custom": ha preso un vecchio telaio di bicicletta e vi ha fissato un manubrio e una forca fatti con tubi di acciaio presi chissà dove. La cosa più strabiliante sono le ruote, che sono di un'automobile ed i freni che sono fissati col fil di ferro. Nei giorni precedenti eravamo andati a trovarlo e ci aveva ripetuto lo show con il trattore a pedali: grande Z.! Gli abbiamo portato vestiti e scarpe ed un pensiero particolare: un po' di attrezzi per poter lavorare meglio alle sue invenzioni, perché fino ad ora aveva fatto tutto a mani nude o quasi!! Ci ha inoltre mostrato i suoi disegni fra i quali c'è la riproduzione della pagina del nostro calendario dove c'è la foto di M., con la scritta 'Komune di Bagno a Ripoli'. Infine uno degli ultimi giorni del campo ci ha fatto vedere la sua ultima creatura: un modello di ruspa (la sua passione) completamente snodato completo di cingoli, anche questo fatto con le cose più impensabili.
Lunedì 10 viene celebrato il battesimo di A., la figlia di F. e siamo tutti invitati alla festa. Ci andiamo tutti e passiamo una bella serata con F. e la sua famiglia. F. è euforico e non si ferma un minuto, ogni tanto va via con la macchina (strombazzando) a prendere qualcosa. Alla fine si mette a cantare una canzone bosniaca insieme a sua moglie e a scherzare con Alessio.
Lunedì Vilmo ci segnala il caso di una donna anziana che vive in una stanzetta senza niente; nei giorni seguenti andiamo da lei: è tornata da un mese e mezzo, la sua casa è completamente distrutta da una bomba al fosforo, le rimane solo una stanzetta dove non ha nemmeno un letto. Ci attiviamo ed andiamo da Ignazio, dall'UNHCR otteniamo una stufa, vestiario, coperte e scarpe, da IRC (una NGO) un letto, infine segnaliamo il suo caso a Nuove Frontiere, una NGO italiana che dovrebbe sistemarle gli infissi e lo scarico della stufa. Il giorno seguente andiamo a trovarla, incontriamo quelli di Nuove Frontiere che stanno prendendo le misure; la donna ci ha preparato delle frittelle ed ha comprato delle birre per noi.
Martedì mattina Sabrina e Vilmo se ne vanno nonostante le nostre preghiere di rimanere.
Durante la settimana continuiamo le nostre attività, mercoledì 12 facciamo una grande festa al centro di Suncokret, insieme ai torinesi e ai bambini con cui fanno animazione: contiamo 150 ragazzi! I Torinesi ci chiedono inoltre di poter continuare l'attività di animazione nei luoghi dove l'abbiamo fatta noi dato che giovedì 13 il grosso del nostro gruppo se ne va. Noi accettiamo volentieri: nei giorni successivi le persone che rimangono faranno animazione insieme ai torinesi, la mattina all'acquario, la sera dopo aver tenuto aperto il centro per una oretta, vanno a Raskovic, che dista 5 minuti a piedi e che si trova vicino al fiume Krk dove facciamo anche qualche bagnetto gelido con i bambini.
Giovedì 13 va via molta gente, rimangono solo Andrea, Alessandro C., Luca, Carmen e Giovanni. Ci salutiamo affettuosamente con una grande gavettonata.
Venerdì facciamo poco: siamo a piedi perché "Renato" è dal meccanico e i furgoni sono partiti. A metà giornata arrivano Leandro e Alessandra e la sera Nancy (con il suo furgone) con Tommaso e Arianna: la casa si ripopola e un po' della malinconia che ci aveva preso se ne va. Sabato 15 partono Carmen e Giovanni.
Il fine settimana è abbastanza infruttuoso: è Ferragosto e sia la Croce Rossa sia l'UNHCR sono chiuse. Sabato organizziamo una Olimpijada per i ragazzi, insieme ai torinesi, il gioco riesce bene, i ragazzi si divertono e trascorriamo uno splendido pomeriggio a Raskovic. La domenica andiamo a fare legna a Biskupjia e poi verso Orlic. Scopriamo un altro caso disperato: una vecchia che vive sola con il figlio (che sospettiamo malato di mente), con una cataratta completamente chiusa all'occhio destro. All'ora di pranzo Anita viene a prendere una lezione di matematica da Alessandro e Fadila: è stata assente da scuola ed è rimasta indietro.
Lunedì un gruppo composto da Leandro, Luca, Fadila, D. e sua madre, N. e la madre di A. va a Spalato. Portiamo D. a sostituire la sua protesi, che abbiamo pagato in parte, e la madre di A. ad una associazione per vedere se è possibile farla emigrare in Australia con i figli.
D. prende la sua protesi: non ci è abituato e gli fa un po' male, ci vorrà del tempo perché si abitui. Alla madre di A. viene detto che quando avrà ottenuto il divorzio dal marito potrà andarsene con i figli. L'unico problema sono le spese per l'avvocato che sono abbastanza ingenti.
Martedì partiamo per Firenze, siamo Alessandro, Andrea, Arianna e Tommaso. Il viaggio verso Spalato va benissimo e anche il viaggio in nave. In nave incontriamo i ragazzi di Firenze di CerchiamoLaPace. Tuttavia "Renato" non ha ancora detto l'ultima parola: a metà strada si rompe il bocchettone dell'acqua del raffreddamento: niente di grave ma ci tocca farci rimorchiare da un meccanico e perdiamo così un paio d'ore. Ma non è finita! Arrivati a Firenze la macchina di Andrea ha la batteria scarica: ci tocca quindi fare mille manovre per avvicinare "Renato" e farla partire con i cavi!
Come sempre al rientro ci vuole un po per riabituarsi alla routine quotidiana. Rimane comunque il ricordo di tutti questi giorni passati in allegria cercando di svolgere le attività previste nel miglior modo possibile.
Alessandro Conti ed Andrea Borselli
A questo punto a Knin siamo rimasti in 5. I torinesi continuano a pieno ritmo l'animazione con i bambini e i giovani e quindi ci affianchiamo a loro per dare una mano nelle attività, che comunque termineranno alla fine della settimana. Rimangono da finire le ultime cose, chiudere l'apartamento, gli ultimi incontri. Lavoriamo strettamente con la Croce Rossa e il suo gruppo di giovani volontari e prendiamo accordi per i contatti da Firenze e la possibilità di fare un nuovo concerto con un gruppo italiano che suonerebbe con dei gruppi croati (aspettiamo notizie sulla data).
Portiamo la mamma di Dejan all'UNHCR per fare le pratiche che permetteranno loro di ottenere una nuova protesi per la gamba di D. ogni 6 mesi circa. Incontriamo l'Assessore Milanovic, responsabile comunale per le nostre attività, che è molto contento del lavoro fatto e si augura di nuovo una nostra presenza il più presto possibile. Andiamo a trovare un'altra famiglia con tre bambini piccoli in campagna che è costretta ad abitare in una casa senza finestre. Prendiamo accordi con il gruppo Nuove Frontiere per la riparazione della casa prima dell'inverno.
Lasciamo i pochi vestiti che non siamo riusciti a distribuire ai magazzini della Croce Rossa e dai torinesi che avranno una persona che rimarrà a Knin e che potrà pensarci. Passiamo dall'UNHCR per il rimborso di una parte delle spese di cibo e bevande per le quattro feste che abbiamo fatto durante il campo. Riportiamo ad alcune famiglie di profughi le varie cose che ci hanno prestato: lenzuoli, materassi, sedie, ringraziandoli per la loro generosità. Distribuiamo le scatole rimaste di pelati, fagioli, il caffé, ecc. alle varie famiglie che sappiamo averne bisogno. E cominciamo a salutare tutti. Facciamo il giro di Biskupija, poi gli anziani dell'ospedale, le varie famiglie a Knin.
Giovedì mattina puliamo e riconsegnamo la casa ai proprietari che sono diventati nostri amici e partiamo per Spalato. Lasciamo Alessandra e Leandro a Spalato perché devono rientrare in Italia e, Luca, Fadila ed io partiamo per il sud dove abbiamo da consegnare del denaro che ci è stato dato da varie gruppi e persone in Italia per aiutare dei casi particolarmente bisognosi. Prima facevano pacchi famiglia, adesso mandano un po' di soldi perché sanno che ce n'è ancora bisogno. Andiamo a Zrnovnica da una famiglia mista (serbo lui, musulmana lei con 2 bimbi - non trovano lavoro), andiamo a Podstrana da una famiglia musulmana i cui figli devono andare a scuola in Bosnia, a Zenica, dalla nonna anziana e malata, perché in Croazia non vengono riconosciuti gli studi che hanno fatto durante la guerra.
Andiamo infine a Krilo, al campo profughi, dove rimangono tre sole famiglie, impossibilitate a tornare nelle zone della Bosnia da dove provengono; aiutiamo il figlio più grande di una di esse a pagare le spese per l'università. La sera tardi arriviamo a Podaca, dalla famiglia di J., che prima ci aiutava con la distribuzione dei pacchi famiglia: una vedova di Mostar, malata di cuore con due figli e la madre anziana (vedova di guerra pure lei). Ci apre casa, come sempre, nonostante il fatto che ha un ascesso ad un dente e la febbre. Le diamo subito dei medicinali. Stiamo due giorni con loro e quando arriva domenica che dobbiamo tornare a Spalato, i saluti sono calorosissimi.
Andiamo a Kastela, circa 20 chilometri a nord di Spalato, all'orfanotrofio dove l'educatrice e i bambini che erano sull'Isola Solta ci stanno aspettando. Apparte le due ore passate a giocare con i bambini, prendiamo i dati di un bambino di 11 anni che ha un pace-maker e dei problemi particolari che l'orfanotrofio non può permettersi di affrontare; siamo moderatamente ottimisti di potercela fare, dato che diverse famiglie mi hanno chiesto di trovare dei bambini da assistere a distanza. Dopo i saluti, andiamo all'orfanotrofio di Spalato; anche lì ci stanno aspettando. Qui ci vengono segnalati due bambini diabetici che hanno bisogno di medicinali costosi. Stiamo con loro finché non arriva l'ora di andare al porto per prendere la nave. Salutiamo Fadila e partiamo per l'Italia già progettando il prossimo viaggio.
Nancy Bailey Ferroni
Campo sull'isola di olta (Stomorska)
con i bambini dell'orfanotrofio MAESTRAL
da sabato 1 a venerdì 14 agosto 1998
I partecipanti: Arianna Subri, Elena Benucci, Gian Paolo Poli, Laura Costanzo, Nancy Bailey, Paola Capitani, Silvia Morara, Tommaso Marchini
Sabato primo agosto: partenza! Incontro i miei compagni di viaggio solo ad Ancona (non sono passati da Bologna per evitare il traffico: partenza intelligente), il porto è pieno di vacanzieri e le procedure di imbarco si fanno un po lunghe; tanta fretta per nulla: la nave parte in ritardo!
Notte stellata sul ponte della Krajlica Mira e arrivo a Spalato quasi in orario, nessun problema alla dogana. Il gruppo si divide, una parte a Knin mentre noi (Arianna, Elena, Gian Paolo, Tommaso ed io: Silvia) ci mettiamo di nuovo in fila per salire sul traghetto che ci porterà a olta.
All'arrivo troviamo Ivica che, viste le nostre condizioni, prima di portarci al campo ci accompagna a fare un tuffo in mare!
I bambini (33) ci aspettano al Mido camping (loro sono arrivati il giorno prima) di Stomorska. Sono curiosi, siamo curiosi; ci scrutiamo per pochi momenti e cominciamo subito a familiarizzare.
Il primo impatto con il campeggio è bivalente: siamo contenti di vedere che si tratta di uno spazio alberato - con il caldo torrido che ci aspetta è una buona cosa -, ma rimaniamo inizialmente perplessi riguardo ai servizi: ci sono solo due bagni e tre docce (e la pulizia, nonostante la buona volontà, non la fa da padrona!) e la cucina è molto piccola. Dicevo appunto prime impressioni: troppo oggettive e razionali che, dopo poco, vengono soppiantate dall'atmosfera del campo, dallo spirito di adattamento e dalla fantasia.
La truppa al completo è composta da sedici bambini che vengono dall'orfanotrofio di Spalato, dodici da quello di Kastela, una splendida cuoca, Marija, con il figlio e la figlia, gli educatori Anita, Ivica (con i suoi due figli) e Mladen, anche lui accompagnato dalla sua bambina.
L'età dei bambini è compresa tra i sette e i diciannove anni, alcuni di loro hanno problemi nervosi, caratteriali o di apprendimento, molti hanno invece solo bisogno di divertirsi e di un po di affetto e di attenzioni.
Il gruppo locale è più che autosufficiente nell'organizzazione del campo; ci ha infatti stupiti la capacità di questi bambini nel gestire con lo stesso entusiasmo i diversi momenti della giornata: divertimenti e responsabilità. A questo punto non ci è rimasto altro che divertirci con loro, stando alle loro "regole", e provare ad organizzare qualche serata particolare. I primi a svegliarsi alla mattina aiutano Marija a preparare la colazione, non esiste un orario in cui tutto il campo si sveglia: il limite massimo è fissato dallo stereo che inizia a propinare ad alto volume le canzoni di Danijela (la Pausini locale!). Per un'ora o due si disegna, si fanno treccine (la specialità di Arianna!) o tatuaggi con i pennarelli (e qui sono io la detentrice del trono!), si preparano le cartoline da spedire in Italia, si pensa alla spesa. Verso mezzogiorno tutti al mare (idemo na more!!!), alla spiaggia di sinistra, per circa due ore si nuota, si gioca a pallone, ci si lascia annegare a turno da più bambini, ecc.
Pranzo, pulizie, poca siesta (siamo noi ad averne bisogno, non i bimbi!), disegni, treccine, & c. e poi, nel tardo pomeriggio, di nuovo al mare: questa volta alla spiaggia di destra, salvo partite di pallavolo o decisioni particolari.
Noi organizziamo le attività per la sera: caccia al tesoro, Casinò night, mister e miss campo, la coppia della vacanza, ecc. Per due sere si esce a fare il bagno notturno, l'otto agosto, invece, tutti in paese per la grande festa di Stomorska: sembra che tutta l'isola si sia svuotata per partecipare, non si riesce a girare per strada, un gruppo locale caricato a Duracell suona per parecchie ore in continuazione e, clou della serata, quattro delle nostre bambine si esibiscono in un balletto sul palco centrale.
Sabato arrivano Nancy, Paola e Laura, domenica Elena e Gian Paolo partono per l'Italia (salutati da un tuffo collettivo dal porto: compresi loro due già vestiti e pronti per la traversata!).
Nella seconda settimana si rafforzano i legami, aumenta la confidenza e il divertimento. Arriva venerdì, ci si alza prima del solito e si smonta il campo, ultime ore di mare e, con le facce un po' tristi si parte, armi e bagagli verso il punto di attracco a Stomorska. Anche questa volta non si scappa: tuffo in mare già vestiti e lindi pronti per il viaggio di ritorno! Il traghetto arriva ma decide di non fermarsi, applauso generale: si resta! No, di corsa a prendere l'autobus che collega Stomorska a Rogac e al volo sul traghetto che, molto simpaticamente, decide ora di fare di nuovo rotta verso Stomorska allora ditelo che ci volete far soffrire!
Finalmente si arriva a Spalato, i gruppi si dividono, Arianna, Nancy e Tommy verso Knin, alcuni bambini a Spalato, altri a Katela, io decido di accettare l'invito di Anita a rimanere due giorni come ospite a casa sua: una scusa per poter visitare ancora i bimbi sia a Spalato che a Katela. Rivederli all'orfanotrofio, dopo due settimane al mare, mi fa male; questa sensazione è più forte a Katela che non a Spalato, ma forse le ragioni sono solo individuali. Non vedo l'ora che passi un altro anno per poterli pensare di nuovo un po' più liberi e un po' più felici. Alla partenza mi accompagnano Bozo e Pero (7 e 15 anni) che, malefici come solo dei bambini possono essere, aspettano appositamente fino all'ultimo momento per vedermi commuovere e, anche loro con gli occhietti un po' lucidi, prendermi in giro.
Credo che i bambini non dimenticheranno in fretta questa vacanza; sicuramente noi, per merito loro, manterremo questo ricordo molto molto a lungo (anche quando tutti i lividi e le ferite riportate saranno scomparsi!).
Silvia Morara
Riflessione offerta da Paola Capitani, scritta dopo la riunione di giugno nella piazza davanti alla chiesa di S.M. a Quarto:
Volontariato
Nella serata estiva circondata dai pini e dalle stelle,
una timida falce di luna occhieggiava curiosa
su un gruppo di menti giovani, aperte, solidali,
anticonformiste, vere, spontanee, immediate.
Intorno a quei pensieri e a quelle semplici frasi dette con garbo e rispetto
troneggiava invisibile un profondo desiderio di pace e solidarietà.
Valori inestimabili in una società dove gli apparenti obiettivi sono
sesso, denaro, bellezza, potere: per i quali i meschini e i miseri
sono pronti a qualsiasi compromesso.
SPESE SOSTENUTE IN QUESTO VIAGGIO:
isola |
spesa per soggiorno isola e donazione orfanotrofio |
7.800.000 |
traghetto |
passaggio nave per mezzi |
1.270.000 |
autostrada |
pedaggio autostradale per mezzi |
164.500 |
carburante |
carburante per mezzi |
1.041.500 |
riparazioni |
spese sostenute per riparazioni furgoni |
1.547.000 |
alloggio |
spese sostenute per alloggio |
906.000 |
vitto |
spese sostenute per viveri per il gruppo |
2.280.000 |
dogana |
spese spedizioniere Spalato e doganieri |
100.000 |
D. |
spesa sostenuta per acquisto protesi D. |
460.000 |
N. |
spese sostenute per famiglia N. C. |
178.450 |
profughi |
spese varie per i profughi |
112.000 |
ospizio |
spese varie per anziani ospizio |
141.000 |
Z. |
spese per acquisto attrezzi Z. |
100.000 |
varie |
acquisto materiale didattico e da mare (isola) |
696.000 |
boscaioli |
spese per utilizzo motoseghe (olio, benzina, catena) |
164.000 |
interprete |
rimborso spese Fadila |
1.050.000 |
feste |
spese sostenute per feste ospizio, Biskupija, F., bambini |
287.000 |
varie |
acquisto schede telefoniche |
25.000 |
varie |
contributo per Mauro di CerchiamoLaPace |
200.000 |
|
totale spese campo estivo 1998 |
18.522.450 |
Tutti i partecipanti hanno coperto autonomamente le proprie spese relative al traghetto. Verranno rimborsate le spese dei cellulari utilizzati dal gruppo per coordinare il lavoro.
Ringraziamo (a nome dei profughi!) per questo viaggio:
- Il Comune di Bagno a Ripoli che mette a disposizione tutti i mezzi per facilitare la raccolta di materiale e lorganizzazione dei viaggi (pubblicizzazione, fax, telefono, posta, fotocopie, ecc.).
- Tutti i gruppi e le famiglie che aderiscono al "Progetto Knin e contribuiscono con offerte in denaro in modo continuativo, in particolare per la loro generosità: Caterina Benelli, Adalina Billi, Luigi Cerbai, Paola Pezzi, Roberto Pieri, Rosanna Turba.
- LAzienda 10 (ex USL 10H), al Professor Micheli e a tutto il Personale dellambulatorio di Igiene Mentale di Meoste (Bagno a Ripoli) per luso del loro magazzino. Dopo questo viaggio è stato chiuso questo nostro magazzino a Bagno a Ripoli.
- Il PDS di Calenzano che ha destinato ben Lit. 6.500.000 del fondo della Festa dell'Unità di Legri finalizzato al sostegno di progetti di solidarietà.
- La Cooperativa Portabagagli di Firenze, in particolare Danilo Ulivi, per il sostegno generoso e continuativo.
- Il C.R.C. Antella per aver organizzato una cena a favore della famiglia Skegro, una vedova con 2 figli di Mostar, nonché messo a disposizione il teatro per il concerto di beneficienza a nostro favore a maggio; inoltre, per i contributi raccolti in occasione dell'8 marzo e del pranzo di Ferragosto svoltasi in Piazza Peruzzi all'Antella.
- I dipendenti della ditta MICRONIX per il contributo in denaro.
- La ditta Micronix Computer per l'uso gratuito di un cellulare durante tutto il campo estivo.
- I dipendenti del Mediocredito Toscano per il contributo in denaro.
- Il CRAL della Coop Italia di Sesto Fiorentino per la donazione di 40 materassini gonfiabili di tela per i bambini dell'orfanotrofio.
- La lavanderia "La Perfetta" di Montecatini Terme per la donazione di asciugamani e tovaglie per il campo con i bambini dell'orfanotrofio.
- Il gruppo "Associazionismo e Volontariato" di San Casciano e il Circolo ARCI di San Casciano per il contributo e per il materiale didattico.
- La Cooperativa di Bartoli Scipione per la donazione di carta da disegno in grande quantità per l'animazione con i bambini.
- Paolo Buralli per il materiale didattico.
- Il Circolo Martin Luther King per il contributo a favore del campo con i bambini dell'orfanotrofio.
- La Parrocchia di S.M. a Ricorboli di Firenze per il contributo a favore del campo con i bambini dell'orfanotrofio.
- La Sezione Soci dell'UNICOOP di Bagno a Ripoli per il contributo.
- La Coop di Bagno a Ripoli per la donazione di piatti, bicchieri e posate di plastica, tovaglioli, ecc.
- La Madonnina del Grappa per il vestiario.
- L'UNHCR di Knin per il rimborso di una parte delle spese sostenute per il cibo e bevande delle feste con i ragazzi.
- Il PDS di Calenzano per il prestito di una motosega per il taglio della legna.
- Fadila Zoranic per lindispensabile presenza ed aiuto in loco.
- Ada di Calenzano che ci traduce continuamente le lettere dei profughi alle famiglie italiane.
- Tutti gli amici, vecchi e nuovi, che aiutano ad organizzare il materiale e sostengono le iniziative in vari modi. In particolare: Bruna Crini, Letizia Trentanove, Piero Grandi e tutto il gruppo che a lui fa capo, Giovanna Dolcetti, Leda Crini, Loretta Bassi, Elisabetta Guidotti, la Comunità dellImmacolata a Montughi di Firenze, la Scuola Nibbi di Grassina, la Ditta Imart, la Casa del Popolo di Calenzano
- Tutte le persone che contribuiscono ad aiutare la famiglia di Nina con denaro in modo continuativo, in particolare per la loro generosità: il Gruppo Trekking "Strada facendo" di Brozzi e Mariangela Cecchini.