Campo Estivo '97 (Venerdi' 1 agosto ore 10......) In 19 persone con tre furgoni partiamo alla volta di Ancona; sono le 11 del 2 agosto quando giungiamo a Knin. Sistemiamo il nostro campo base, fornelli e frigoriferi, in una stanza molto grande presso il quartier generale della Comunita' Europea: qui, oltre a fare le riunioni per pianificare le attivita', cuciniamo e mangiamo. Per dormire ci sistemiamo presso 4 famiglie, cosa che non arreca le temute complicazioni logistiche; fissiamo in 30 kune (10.000) a testa per notte la quota di rimborso per l'ospitalita', come forma di aiuto alle famiglie in difficolt senza che leda la loro dignita'. Per pagare l'alloggio, oltre al carburante e il traghetto dei furgoni attingiamo ai sei milioni e mezzo che il PDS di Calenzano ci ha regalato per il campo, mentre per la nave ed il vitto provvedono personalmente i partecipanti. Non avendo il permesso scritto per fare animazione ci affianchiamo ai ragazzi dell Operazione Colomba, che gi da giorni fanno attivita' con i bambini, ma, oltre a questo avviamo subito attivita' diplomatiche per ottenere anche noi l'atteso pezzo di carta. Riusciamo, infine, ad ottenere un benestare verbale dall'Amministrazione, la quale vuole tutelarsi nei confronti del Ministero, che gia' due volte aveva bocciato i nostri progetti di animazione. L'attivita' con i bambini si svolge, quindi, tutti i giorni nel piazzale prospiciente la Scuola Elementare, dalle ore 16 alle ore 19 con la partecipazione di circa 95 bambini, un successo incredibile, frutto anche del buon lavoro svolto lanno scorso. Ottima la collaborazione con i ragazzi dell Operazione Colomba, alla quale aderisce con una grossa presenza numerica l'associazione Cerchiamo la Pace di Torino. Riusciamo sempre a fare 2 o 3 giochi nei quali i bambini sono coinvolti tutti insieme, per poi proporre loro attivita' diversificate, come disegno, pittura, giochi di movimento calcio, ecc. Quasi al termine della giornata prepariamo per tutti una merenda volutamente semplice (pane, marmellata e succo di frutta), offerti dall' UNHCR. Una sera organizziamo, nello stesso luogo dell'animazione, la proiezione di un cartone animato in Croato: la partecipazione e' chiassosa e numerosa. Fra le attivita' pomeridiane, una e' stata abbastanza particolare: dipingere con tempere ad acqua il nostro furgone per trasporto merci...... Divertimento generale! Orgogliosi dell'opera lo riportiamo intatto in Italia, due ore dopo e' di nuovo tristemente bianco, fatto lavare dal Faberi per evitare l'infarto del proprietario, anche se a tutt'oggi il furgone e' ancora a Quarto, nel piazzale dietro la chiesa. L'ultimo giorno facciamo una festa invitando anche i genitori dei bambini e per l'occasione distribuiamo le splendide buste regalo, preparate dal Comitato di Campi Bisenzio, contenenti materiale didattico. Inutile dire la gioia di bambini e ragazzi! Di mattina solitamente un gruppo di noi si recano con due motoseghe dell UNHCR a fare la legna agli anziani di Biskupija; il lavoro e' sempre tanto ma riusciamo a mantenere fede a tutti gli impegni presi, non generando attriti tra la gente. Una mattina, di ritorno da Biskupija, ci accorgiamo che una casa lungo la strada e' stata bruciata durante la notte, per cui denunciamo l'accaduto alla Comunit Europea ed all OSCE. I rappresentanti della CE , in seguito ad un sopralluogo, ci informano che la casa aveva un proprietario, fortunatamente assente in quei giorni: superfluo dire che il proprietario e' serbo. Dividendo la stessa sede, i nostri rapporti con i rappresentanti della CE sono pressoche' giornalieri, e questo ci da l'opportunit di far conoscere loro il lavoro del campo e quanto abbiamo fatto in questi anni. Avendo saputo che fra di noi era presente un sacerdote cattolico, gli uomini della CE ci propongono un incontro con l'unico Pope ortodosso presente in Croazia, con l'idea di poter poi celebrare una Messa insieme: il nostro entusiasmo e' alle stelle! Durante l'incontro, oltre al racconto del Pope sulla situazione dei Serbi durante e dopo il conflitto, viene fissata la data della concelebrazione per la domenica successiva. Purtroppo e' disattesa la nostra richiesta di fare la messa nella chiesa di Biskupija, dove per lo stesso giorno abbiamo organizzato la festa con tutti gli abitanti; essendo il Pope l'unico rimasto, riesce a visitare una comunita' una volta ogni due anni e pertanto non poteva saltare la messa in quel paese. La CE aveva informato via fax la Polizia locale dell'evento ritenendola responsabile dell'incolumita' dei partecipanti. Quando, la domenica mattina, troviamo la strada e la chiesa piantonati dai poliziotti croati, la cosa ci colpisce perche' e' un riconoscimento della necessita' di proteggere i Serbi da atti intimidatori e soprusi da parte della popolazione croata! Purtroppo, per divieto del Patriarca, Don Andera Faberi non ha potuto concelebrare e si e' limitato a fare un intervento al termine della messa, seguito dal canto Blowing in the wind. Questo non ha sminuito il significato dell'evento, che rimane davvero grande, soprattutto per l'importanza del luogo dove si e' tenuto, dove la guerra si e' mascherata da etnico - religiosa. Terminata la celebrazione e conclusi i saluti ci trasferiamo, Pope e CE compresi, nella piazza del centro sociale di Biskupija per l'inizio della festa. Tutto il paesino e' li' ad aspettarci e qualcuno ha preparato pane e dolce. Alla festa mancano due anziani protagonisti: Jovan e Milka. Jovan e' morto a giugno e Milka e' partita dopo la scomparsa dell'amico. Anche l'attivita' al terzo piano dell'ospedale, fra gli anziani non autosufficienti, a livello umano una delle piu' toccanti, e' pressoche' giornaliera , con rasature ai degenti che lo chiedevano e semplici visite. Come sempre alla nostra presenza si accompagna una migliore pulizia e maggiore attenzione ai pazienti. Martedi' 5 facciamo festa con loro: portiamo, caffe', dolci e musica. Nei vari contatti avuti con l'UNHCR veniamo a sapere di pacchi famiglia giunti dall'Italia e ora in giacenza in un loro magazzino. Ci offriamo di distribuirne 300 secondo una lista di persone che ci fornisce il DOS, Organismo di Solidarieta' a favore dei diritti umani della Dalmazia; tale associazione svolge attivita' di monitoraggio fra i profughi rientrati da poco e li aiuta a rifare i documenti necessari: carta di identita', riconoscimento di profugo o di caso sociale. Si offre di accompagnarci Zivko, responsabile del gruppo a Knin, che prima del conflitto era il capo della Polizia cittadina: serbo, ma nonostante le difficolta' rimasto qui, nella sua terra, anche se chiaramente non ha piu' il suo lavoro. Iniziamo la distribuzione il giorno di ferragosto, nella zona fra Kistanje ed Ervenik, luoghi fra i piu' sperduti e isolati, dove e' inimmaginabile che viva qualcuno. I pochi abitanti sono quasi tutti serbi rientrati negli ultimi mesi, che hanno ritrovato la loro casa distrutta o occupata: vivono nelle cantine o nelle stalle rimaste piu' o meno in piedi. Diamo un passaggio ad un signore serbo che adesso abita in campagna e che frequentemente va a vedere la sua casa, occupata da profughi bosniaci in Knin. Zivko ci dice che i profughi serbi rientrati sono circa 500, disperati e senza niente, fuggiti dai campi profughi della Serbia e del Kossovo; altri 1000 dovrebbero rientrare entro la fine di agosto. Le condizioni in cui vivono sono davvero disperate e lo diventeranno ancor di piu' con il sopraggiungere dell'inverno. La mancata assistenza di cui sono vittime e' chiaramente voluta dal governo Tudjman. Una pattuglia della CE ci accompagna, il giorno seguente, a conoscere altri casi, altrettanto isolati e in difficolta' ai quali consegniamo gli ultimi pacchi. L'UNHCR ci propone, attraverso un suo funzionario, di studiare e presentare un progetto di promozione e costituzione di una cooperativa di servizi sociali che coinvolga persone del luogo e divenga punto di aggregazione e, magari di lavoro. La proposta ci viene rivolta da Ignazio, un fiorentino che e' responsabile dei progetti dellUNHCR a Knin, in occasione di un pranzo che organizziamo insieme a Cerchiamo la pace di Torino e alla Papa Giovanni XIII; decidiamo di elaborare un unico progetto, cosi' da unire le nostre forze e presentarci come un solo gruppo. L'andare a buon fine dell'iniziativa ci darebbe l'opportunita' di intervenire in modo significativo e continuativo nella realta' di Knin, aiutando la popolazione a ricostruire un tessuto sociale troppo profondamente lacerato dal conflitto perche' possa riconnettersi autonomamente in tempi brevi. La creazione di posti di lavoro, come responsabili e addetti della cooperativa, offrirebbe inoltre, ai giovani, un'occasione alternativa all'arruolamento nell'esercito, unica fonte di reddito in questo momento. In una situazione cosi' instabile risulta difficile, al momento, fare un monitoraggio ed una lista di famiglie per la distribuzione dei pacchi; attendiamo comunque notizie dalla Croce Rossa Croata. Una ragazza del nostro gruppo ha portato con se' in Italia Anita, una ragazza di Knin che conosciamo dall'anno scorso, per offrirle una vacanza di quindici giorni presso la sua famiglia.. Partiamo, il 17 sera, con l'impressione di aver fatto un buon lavoro, ma soprattutto con la speranza di poter avviare il progetto in tempi quanto mai brevi. La vita a Knin sembra essersi normalizzata negli aspetti piu' quotidiani: si incontrano molte piu' persone per la strada, c'e' passeggio dopocena e si nota la ricostruzione degli edifici. Le tensioni pero' persistono, fra le persone del luogo, coloro che rientrano e i profughi: manca il lavoro ed il futuro rimane incerto. Alessandro Armiento e Nicola Corsi. Progetti ed attivita' per il futuro: - Il Comune di Bagno a Ripoli donera' all'ospedale di Knin un gastroscopio, e il materiale necessario al suo funzionamento, del valore di 25.000.000. - Siamo in attesa di una risposta alla proposta di finanziare una cooperativa agricola a Knin: abbiamo presentato per questo un progetto alla COOP. - Presenteremo a ottobre, all'UNHCR, il progetto di realizzazione della cooperativa sociale.